


LE 50 CANTINE
dell’edizione 2025
⌾ questo simbolo indica le cantine che propongono vendita delle loro bottiglie
ALTO ADIGE
Magrè (BZ) – sito
Armin Kobler produce vini rigorosi: rigorosamente buoni. E longevi, eleganti, impeccabili, come il suo Gewurztraminer mai ridondante ma sempre preciso ed equilibrato, pure nell’aromaticità esplosiva. E che buono quel Merlot.
CAlabria
Cirò Marina (CR) – sito
Cataldo rappresenta la quarta generazione di una famiglia di viticoltori, gente che ha lavorato un’intera vita le proprie terre. Scegliere di rimanere, scegliere di produrre un vino di grande qualità significa rinnovare ed onorare la tradizione vinicola della famiglia, e della terra. Da oltre dieci anni l’azienda è condotta secondo i dettami dell’agricoltura biologica, continuando a coltivare il vitigno Gaglioppo su terreni collinari e allevati ad alberello. In cantina ha recuperato vecchie vasche in cemento, ottime per l’affinamento del Cirò.
EMILIA ROMAGNA
Gazzola (PC) – sito
Siamo nel Piacentino, ma il modello di questa cantina guarda agli Chateaux francesi. Ricerca della qualità e della distinzione sono state la base dell’attività fin da quando Luretta è stata fondata, da Felice Salamini e dalla moglie Carla, sul finire degli anni Ottanta. La gamma delle bolle è variegata e di alto livello, così come i rossi, dalla grande personalità.
lazio
Farnese (VT) – sito
Tutto inizia nel 2019, quando Luca Farnese e Virgilia Crespi avviano a Farnese, provincia di Viterbo, il loro progetto di enologia molto naturale, molto territoriale. Vini di un angolo di Lazio settentrionale (poco sotto la Toscana) assai schietti e veraci, come i loro autori. Le “puellae” sono le figlie dei soci: una grande famiglia, che nel nome aziendale già immagina chi continuerà l’avventura.
liguria
Genova – sito
Se diciamo Coronata dobbiamo passare da Andrea: la sua cantina/enoteca a Bolzaneto è il cuore della denominazione. Un vino nostro, della città. Micro produzioni, siccome piccolo è bello qui è tutto bellissimo.
Bonassola (SP) – sito
Bonassola è un po’ più a nord rispetto alle Cinque Terre. L’aria è quella, le uve sono Vermentino, Bosco, Albarola, ma la denominazione è quella del piccolo paese della riviera. I ragazzi di Cà du Ferrà sono giovani ma hanno raccolto il testimone di una tradizione produttiva antica e i risultati si stanno rivelando esaltanti.
Volastra (SP) – sito
Il Cinqueterre dal carattere marino, salmastro, con la verve che l’ha reso così amato. Presentato da un produttore di lungo corso, da sempre abilissimo nel fornire vini confortevoli. Da non perdere la versione passita, il prezioso Sciacchetrà.
Terzorio (IM)
L’antico Moscatello di Taggia in versione secca rivive nella produzione di questa micro azienda. I vigneti sono nel Comune di Terzorio, dove già nel XVI secolo si coltivava il Moscatello. La famiglia ha rimesso a coltura terreni particolarmente vocati alla coltivazione di questo vitigno aromatico, sulle colline terrazzate a un’altitudine media di 300 mt. sul livello del mare, con esposizione a sud, sud-est e ovest. I terreni sono stati recuperati dall’abbandono quasi centenario e sono indenni da ogni forma di inquinamento.
Imperia (IM)
Vermentino, Pigato e Rossese: Fontanacota produce da più di 20 anni vini tipici del Ponente Ligure, coniugando pratiche di cantina moderne con il rispetto delle denominazioni locali. In campagna si adottano metodologie di agricoltura sostenibile, sovescio stagionale, riduzione dei fitofarmaci e principi di lotta integrata. Il carattere dei questi vini ha le sue radici in località Fontanacota, striscia di terra al fondo della Val Prino, a pochi chilometri dal mare. La cantina è a Ponti di Pornassio, in Alta Valle Arroscia.
Quiliano (SV) – sito
L’altro rosso di Liguria, Granaccia di Quiliano (nel savonese). Quasi perduto, riconquistato, attraverso l’interpretazione di un produttore diventato un simbolo di questa DOC. Si dice il Granaccia o la Granaccia? Chiedete a Innocenzo. E che buono quel Pigato.
Soldano (IM) – sito
Rossese di Dolceacqua istrionici, apparentemente ruvidi ma appena si concedono diventano così amichevoli che non vorresti altro: la quintessenza dell’essere ligure. E c’è anche un bianco a piede franco, tra l’altro.
La Spezia (SP)
L’idea di viticoltura portata avanti da Andrea Marcesini a Ortonovo (SP) è quella legata a tecniche di agricoltura tradizionale, sia di coltivazione che nelle pratiche enologiche, cercando di far rivivere nei suoi vini le sensazioni e i sapori da lui assaggiati fin da bambino, nel metodo più rispettoso possibile, abbandonando quasi interamente la tecnologia per evitare di snaturare i suoi vini di tradizione.
Ne (GE) – sito
Daniele è erede di una famiglia illustre di produttori della Val Graveglia. Vermentino e Bianchetta, Ciliegiolo. Poteva sedersi sugli allori ma no, comincia a sperimentare: vinificazioni sulle bucce, vini antichi. Cuore, follia, istinto. Tutto nel bicchiere.
lombardia
Iseo (BS)
Produttore insolito nel panorama della Franciacorta, Clarabella è una ONLUS, le sue attività non hanno scopo di lucro ed i profitti realizzati vengono reinvestiti nello sviluppo delle attività: una cooperativa sociale di inserimento lavorativo, solidale e inclusiva, che crea occasioni di lavoro per persone con disabilità psichica e fisica. È nata il 29 marzo 2002 con l’obiettivo di riqualificare l’area “Ca’ de Pole” di Iseo e di creare un ambiente piacevole, culturalmente e socialmente vivo, idoneo a rivitalizzare ed a connotare in modo positivo il territorio.
Vigalone (PV)
Il 7 febbraio del 1996 nasce il Club del Buttafuoco Storico dall’unione di undici giovani viticoltori: l’intento è quello di collaborare nella ricerca delle caratteristiche storiche, nella selezione delle vigne più vocate, nella produzione controllata e nella promozione del vino Buttafuoco. Un vino fermo, quieto nella sua austerità, una variante originale eppure antica delle uve autoctone di Oltrepò: Croatina, Barbera, Uva Rara, Ughetta di Canneto.
Torrazza Coste (PV)
La Bonarda frizzante dell’Oltrepò Pavese, uno dei grandi classici dell’enologia lombarda, rivive nella sua forma più autentica grazie al progetto e al gruppo di aziende agricole a filiera completa appartenenti al Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese. Una quindicina di aziende agricole socie del Distretto partecipano al progetto Bonarda dei Produttori. Un progetto inclusivo e al servizio del territorio: il Distretto ritiene che la Bonarda dei Produttori avrà un impatto positivo sull’immagine globale dell’Oltrepò Pavese, risultando quindi di beneficio a tutte le aziende del territorio.
piemonte
Alba (CN) – sito
La famiglia Adriano è un classico esempio di azienda agricola a conduzione famigliare, una vera tradizione in Piemonte. Dai primi del ‘900 ad oggi, quando arrivano Marco e Vittorio con le mogli Luciana e Grazia, migliorando la produzione e la commercializzazione. Nel cuore della Langa, ad Alba nella frazione di San Rocco Seno d’Elvio, l’azienda agricola Adriano Marco e Vittorio coltiva e vinifica solo uve di proprietà, con l’obiettivo di produrre vini che interpretino al meglio il terroir.
Vignale Monferrato (AL) – sito
Marco Canato conduce un’azienda, risalente al 1700, su 10 ettari, dove i vigneti vengono coltivati con metodo razionale per produrre uve di qualità, per fare vini pregiati con caratteristiche di originalità e tipicità. Piace il Grignolino? Eccone uno notevole.
Canelli (AT) – sito
Moscato Bianco di Canelli: è il nome del vitigno che genera il vino dolce da festa per eccellenza. Barisel produce esattamente nell’area storica del Moscato di Canelli, e con qualche orgoglio. Ne propone una deliziosa versione passita. Poi fa un monumentale Barbera da vigne vecchie. E un metodo classico. Insomma, quasi tutto quel che vorremmo.
Castel Boglione (AT) – sito
Gianluca Morino ha talento e spirito per fare i grandi vini della zona. A partire dal Morinaccio, Barbera rifermentata in bottiglia che ci piace da matti, passando per le impeccabili interpretazioni del Nizza.
San Marzano Oliveto (AT) – sito
A San Marzano oliveto la (o il?) Barbera trova il terreno adatto, e questa cantina, nata nel 1997, ha dimostrato di saper interpretare bene questo vitigno, come di esser bravi con le etichette (Canto di luna ne è un esempio). Non perdetevi il Moscato, un vino che fa subito festa. E che festa.
Revello (CN) – sito
Provate a staccarvi dalla Langa. Melognis parla direttamente con i dirimpettai francesi in un’area che comprende la Valle Bronda e la dorsale collinare da Saluzzo fino a Busca. Con il Monviso che redarguisce dall’alto. Tanto vicini alla Francia che Michele ha impiantato, come se niente fosse, pure del Pinot Nero.
Neive (CN) – sito
All’interno del comprensorio di Langa, spesso connotato da storie al maschile, Cecilia Monte, Viticoltrice in Neive – come recita il marchio aziendale – rappresenta una delle rare “quote rosa”. Su una superficie complessiva di circa 3,5 ettari vitati a Nebbiolo, Dolcetto e Barbera, l’azienda produce una gamma che si regge in particolare su Barbaresco, Dolcetto d’Alba, Barbera d’Alba e Langhe Nebbiolo. Un riguardo particolare al Barbaresco cru Serracappelli.
Tortona (AL) – sito
Timorasso, poi Barbera, Croatina, ma anche Freisa, Cortese e Moscato. Le varietà piemontesi tipiche del tortonese coltivate in meno di 30 ettari da un artigiano che ha saputo esprimere, negli anni, livelli altissimi. Poi lui è un tipo, ma davvero. Come i suoi vini. Il carattere che passa dal vigneron al bicchiere.
Monferrato (AL) – sito
Al banco d’assaggio, saranno presenti le cantine: Canato (Vignale Monferrato), Gaudio (Vignale Monferrato), Hic et Nunc (Vignale Monferrato), Il Mongetto (Vignale Monferrato), La Scamuzza (Vignale Monferrato), Vicara (Rosignano Monferrato), La Cà Nova (Cellamonte).
dal 1° settembre 2024 abbiamo un’altra bollicina Metodo Classico in Italia, precisamente made in Monferrato. A fare ingresso in società, è il Grignolino del Monferrato Casalese doc Spumante Rosé. È un esperimento nuovissimo con basi antiche: da documenti storici ritrovati negli archivi monferrini, risulta che lo spumante prodotto con uve Grignolino risalga alla fine dell’Ottocento, per poi venir ripreso nel 2010.
Farigliano (CN) – sito
Claudia Revelli produce Dogliani longevi e profondi, tra frutto e tannini, e a noi piace anche il loro inedito Langhe Rosso che è Barbera più… un po’ di Dolcetto. Classici di Langa.
Montegrosso d’Asti (AT) – sito
Dicono che i cani finiscono per assomigliare ai propri padroni, o viceversa. Alla Barbera di Franco Roero succede la stessa cosa. Franco è un vignaiolo schietto e diretto. Svettante, piemontese nei modi. Un autentico barberista, e il suo vino è come lui.
Diano d’Alba (CN) – sito
Diano d’Alba significa Dolcetto in una delle sue espressioni più gloriose, ma Aimasso rappresenta bene la Langa attraverso il suo classicissimo, il Barolo, e Nebbiolo, Barbera. Azienda familiare fondata negli anni ’30, di generazione in generazione oggi prosegue il suo cammino nella produzione di vini pregiati delle Langhe con l’obiettivo di distinguersi e realizzare l’idea che il vino debba stupire ad ogni assaggio. poste sulle Colline Saluzzesi, a Busca e a Costigliole Saluzzo dove coltivano perlopiù Barbera, Neretta cuneese, Quagliano, Liseiret, Slarina e Chatus.
Barbaresco (CN)
Olek fonda nel 2005 la sua azienda, due ettari nel comune di Barbaresco, nella Cascina La Berchialla che da più di duecento anni è proprietà della sua famiglia. Prima di prendere in mano la cantina gira il mondo, si destreggia con successo con lo snowboard (!), studia agraria prima ed enologia all’università, fa esperienza a Bordeaux, in Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Al ritorno a casa si sente pronto a dare una propria impronta all’arte di fare vino.
Gavi (AL) – sito
Il paese si chiama Gavi Ligure per un buon motivo: il pregiato bianco della zona è un po’ anche nostro, ha qualcosa della nostra regione. Qui la collina di Rovereto dà vita ad uno dei pochi cru storici di Gavi, l’uva cortese produce bianchi longevi e metodo classico svettanti. L’azienda fondata oltre vent’anni fa produce anche un nobile rosso in stile bordolese.
Dogliani (CN) – sito
Carpeneto (AL) – sito
I ragazzi della famiglia Paschetta hanno le vigne a un’ora di auto da Genova. Quel Dolcetto di Ovada (ma anche Barbera, Albarossa) sono quasi vini nostri. Azienda giovane, promettente, teneteli d’occhio.
Carrù (CN) – sito
Tra Dennis Hopper anni ’70 e Johnny Depp in “Paura e delirio a Las Vegas”, Fausto produce “È Rosso”, con la didascalia “Vino naturale del popolo”. Più che un vino, un manifesto. Barbera da litro con tappo a corona. Succosissimo, gustoso, scorrevole come l’Extreme River.
Monforte d’Alba (CN) – sito
La famiglia di Francesco Principiano è dedicata da generazioni al nebbiolo che in quell’angolo di Langa diventa formidabile Barolo (occhio al cru Boscareto). Barbera e Dolcetto seguono a ruota, e il distacco è incredibilmente breve.
Barbaresco (CN) – sito
L’azienda che più di tutte ci stupisce per la capacità di mettere assieme volumi da cantina sociale e livelli pazzeschi sul vino. In fondo che ci vuole? Basta un controllo maniacale della materia prima (Nebbiolo! Barbaresco!) e uno stile esecutivo perfetto. Pare facile, eh? (Spoiler: no).
Costa Vescovato (AL) – sito
Uno dei più riconosciuti e più puri interpreti di quel grande autoctono tortonese rilanciato solo 30 anni fa, il Timorasso, di cui fornisce vini al tempo stesso potenti e profondissimi, con potenziale d’invecchiamento impressionante.
Sardegna
Terralba (OR) – sito
Una piccola azienda vitivinicola di Mamoiada, nata nel 1957. Giovanni Maria Angioy, conosciuto come Don Zua, è stato l’iniziatore, avendo creduto in uno dei territori che più si prestano a questo tipo di coltivazione. L’azienda passa in seguito al nipote Emanuele Melis, a cui si deve lo stato di conservazione impeccabile dei vigneti. Oggi il nipote Mariano, giovane viticoltore che gestisce vigna e cantina da più di 10 anni, segue la stessa linea improntata al biologico come quella tramandata dallo zio e dal bisnonno, per la produzione di Cannonau mamoiadino.
Sennori (SS) – sito
“Siamo piccoli artigiani del Vino e della Terra. Scusate, ma non seguiamo il mercato, produciamo vini che piacciono a noi, vini della nostra cultura. Sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano”. C’è scritto sulle etichette dei vini di Dettori. A noi è sembrato abbastanza, per raccontarlo.
TOSCANA
Barberino Tavarnelle (FI) – sito
Il castello c’è davvero: fa strano precisarlo, ma non è un nome di fantasia, è un castello in pieno Chianti Classico per il quale non bastano due righe a raccontarne la bellezza. Costruito dopo la Battaglia di Montaperti (1260) intorno a un’antica torre d’avvistamento, Paneretta attraversa il tempo e oggi è qui per farci assaggiare i suoi rossi rigorosamente da uve autoctone. La produzione vinicola è attestata da documenti a partire dal 1596, e assaggiare il vino odierno può essere un modo di partire per un viaggio a ritroso, a conoscere una storia ultrasecolare. Plot twist, la famiglia proprietaria ha origini liguri.
Poggibonsi (SI) – sito
Il Chianti Classico, con tutti gli attributi. Un podere che si perde nella notte dei tempi. Un paesaggio pettinato come solo da queste parti. Ed espressioni di sangiovese tutte da scoprire. In rosso, rosato, e addirittura in bianco.
Castellina in Chianti (SI) – sito
La storia dell’azienda comincia nel 2000, quando Lorenzo Scala, allora giovane laureato in Scienze Politiche, ma da sempre appassionato di storia e cultura del vino, rileva dal nonno La Mirandola, all’interno dei confini della zona di produzione del Chianti Classico. Le dimensioni modeste dell’azienda, la presenza di piccole vasche di vinificazione in cantina, e la cura del vigneto fatta per lo più a mano sono la perfetta premessa per un notevole risultato.
Carmignano (PO) – sito
A pochi chilometri da Carmignano, sulle colline toscane del Montalbano, questa Fattoria che ha origini nel XV secolo con la famiglia de’ Medici. Ma la proprietà della famiglia Bencini Tesi è alla soglia dei 100 anni (nel 2025), con vini che dal 2002 hanno abbracciato la biodinamica. La colonna portante della tenuta è il Carmignano, di grande personalità.
Veneto
San Vito di Negrar (VR) – sito
Un’interpretazione encomiabile dei vini della Valpolicella, in controtendenza alle grandi estrazioni, dolcezze e muscolarità che a volte li affliggono. Vini slanciati ed eleganti con una entusiasmante lettura del territorio.