LE 50 CANTINE

dell’edizione 2024

⌾ questo simbolo indica le cantine che propongono vendita delle loro bottiglie

ALTO ADIGE

Frangarto (BZ) – sito 
Lorenz Kasseroller rappresenta una giovane leva della viticoltura altoatesina, che se la famiglia è nella viticoltura da tempo immemore. I terreni argillo-sabbiosi si prestano perfettamente per la produzione di vini rossi. Come dimostrano Schiava e Lagrein. Ma date una chanche anche al Chardonnay.

Magrè (BZ)sito
Armin Kobler produce vini rigorosi: rigorosamente buoni. E longevi, eleganti, impeccabili, come il suo Gewurztraminer mai ridondante ma sempre preciso ed equilibrato, pure nell’aromaticità esplosiva. E che buono quel Merlot.

BASILICATA

Barile (PZ) – sito
Metti una ragazza genovese (Viviana) a dirigere un’azienda che produce Aglianico, nel Vulture, nelle storiche cantine scavate nel tufo. Pugno di ferro nel guanto di velluto, e una serie di rossi potenti e non dimenticabili. Vulcanici lo abbiamo ancora detto? Ecco.

EMILIA ROMAGNA

Gazzola (PC) – sito
Siamo nel Piacentino, ma il modello di questa cantina guarda agli Chateaux francesi. Ricerca della qualità e della distinzione sono state la base dell’attività fin da quando Luretta è stata fondata, da Felice Salamini e dalla moglie Carla, sul finire degli anni Ottanta. La gamma delle bolle è variegata e di alto livello, così come i rossi, dalla grande personalità.

liguria

Genova – sito
Se diciamo Coronata dobbiamo passare da Andrea: la sua cantina/enoteca a Bolzaneto è il cuore della denominazione. Un vino nostro, della città. Micro produzioni, siccome piccolo è bello qui è tutto bellissimo.

Taggia (IM) – sito
Nel 1500 era il vino dolce dei Papi. Quando tutto sembrava perduto, un manipolo di eroi ripesca le poche piante rimaste e riavvia la produzione. Oggi poco più di 10 produttori su circa 4 ettari riportano in vita un vino quasi dimenticato, glorioso e buonissimo.

Albenga (SV) – sito
Sarà che l’azienda di Gio Batta Vio è famosa pure per la produzione di erbe aromatiche, ma le deliziose note di macchia mediterranea che troviamo nei Pigato (e in tutto il resto) ci sembrano un marchio di fabbrica. Coincidenze? Non crediamo.

Ranzo (IM) – sito
Per noi un punto di riferimento fondamentale sul Pigato, in ogni sua declinazione, dalle versioni leggiadre a quelle più complesse. I rossi sono sorprendenti per piacevolezza e ugualmente originali, gustosi.

Bonassola (SP) – sito
Bonassola è un po’ più a nord rispetto alle Cinque Terre. L’aria è quella, le uve sono Vermentino, Bosco, Albarola, ma la denominazione è quella del piccolo paese della riviera. I ragazzi di Cà du Ferrà sono giovani ma hanno raccolto il testimone di una tradizione produttiva antica e i risultati si stanno rivelando esaltanti.

Volastra (SP) – sito
Il Cinqueterre dal carattere marino, salmastro, con la verve che l’ha reso così amato. Presentato da un produttore di lungo corso, da sempre abilissimo nel fornire vini confortevoli. Da non perdere la versione passita, il prezioso Sciacchetrà.

Spotorno (SV) – sito
La lumassina savonese è un’uva versatile: ci regala un bianco fresco, lieve, beverino, succoso e gustoso, vino da focaccia e da allegria, sia in versione ferma che vinificata frizzante (rifermentazione naturale!). Sancio lo sa fare bene.

Castiglione Chiavarese (GE) – sito
La casa di campagna di una famiglia lombarda, storia classica da entroterra del Tigullio, diventa un laboratorio creativo per Bianchetta Genovese e un rosso a base Dolcetto molto succoso. La famiglia si trasferisce qui e tutto inizia pochi anni fa. Oggi Federica Sala raccoglie il testimone, dopo la scomparsa del fratello Valerio.

Pieve di Teco (IM) – sito
Da vigneti situati in alta collina, tra i 400 e i 500 metri d’altezza, a Pievo di Teco, una cantina di recente costituzione che ci ha affascinato soprattutto per l’Ormeasco di Pornassio e il Sciac-trà Pornassio. Due vini che, se siete curiosi, dovete assaggiare.

Camporosso (IM) – sito
Rossese e Pigato. Pigato e Rossese. Da Camporosso, questa storica cantina, che ha nella nomeranza Tramontina – questa vigna è invece a Dolcecqua – un’espressione elegante e tipico del vino tanto amato da Veronelli. Cercatelo.

Carro (SP) – sito
Carro, nell’alta Val di Vara, è terra di confine, un po’ mare un po’ Appennino. E sulle alture di Carro l’azienda, in poco più di 15 anni di vita, ha aumentato via via la produzione, aggiungendo vigne acquisite in zona. Cerri è un fatto di passione, fortemente voluta dal suo fondatore, che ha visto pian piano crescere la produzione nel livello qualitativo, sperimentando anche vinificazioni tradizionali sempre e comunque precise ed eleganti.

Quiliano (SV) – sito
L’altro rosso di Liguria, Granaccia di Quiliano (nel savonese). Quasi perduto, riconquistato, attraverso l’interpretazione di un produttore diventato un simbolo di questa DOC. Si dice il Granaccia o la Granaccia? Chiedete a Innocenzo. E che buono quel Pigato.

Soldano (IM) – sito
Rossese di Dolceacqua istrionici, apparentemente ruvidi ma appena si concedono diventano così amichevoli che non vorresti altro: la quintessenza dell’essere ligure. E c’è anche un bianco a piede franco, tra l’altro.

Ne (GE) – sito
Daniele è erede di una famiglia illustre di produttori della Val Graveglia. Vermentino e Bianchetta, Ciliegiolo. Poteva sedersi sugli allori ma no, comincia a sperimentare: vinificazioni sulle bucce, vini antichi. Cuore, follia, istinto. Tutto nel bicchiere.

Riomaggiore (SP) – sito
Uno dei produttori più espressivi delle Cinque Terre, con vini tesi, rispettosi della materia di provenienza, pieni di mare e luminosità. Poi anfore e altre sperimentazioni, tra nuovo e antichissimo.

Sarzana (SP) – sito
Un’altra espressione dei Colli dei Luni. È quanto propone questa azienda vitivinicola di 5 ettari a conduzione biologica. I vini nascono da varietà autoctone  coltivate su un antico letto di un fiume,  ricco di detriti fluviali e ghiaia dal quale l’azienda prende il nome. Da un’attenta selezione in vigneto nascono tre sfumature di Vermentino, mentre al Rosso e al Rosato concorrono sangiovese, ciliegiolo, canaiolo e merlot.

lombardia

Cenate Sopra (BG) – sito
“Volevo dei vini vivi ed originali che conservassero tutte le peculiarità delle uve e del territorio di origine, fatti in maniera più naturale possibile, senza l’interferenza della chimica”. Così parlò Alessandro Sala, e noi abbiamo poco da aggiungere, se non che i suoi vini da vigneti resistenti (PIWI) sono una sorpresa dietro l’altra.

Colli Verdi (PV) – sito
Se dici Oltrepò Pavese pensi al Pinot Nero, quello da spumante, l’uva che dà le bollicine più esaltanti. Torre degli Alberi ha metodo classico dritti e setosi, e uno charmat lungo (con lunga presa di spuma) delizioso. E sono pure bio.

piemonte

Vignale Monferrato (AL) – sito
Marco Canato conduce un’azienda, risalente al 1700, su 10 ettari, dove i vigneti vengono coltivati con metodo razionale per produrre uve di qualità, per fare vini pregiati con caratteristiche di originalità e tipicità. Piace il Grignolino? Eccone uno notevole.

Canelli (AT) – sito
Moscato Bianco di Canelli: è il nome del vitigno che genera il vino dolce da festa per eccellenza. Barisel produce esattamente nell’area storica del Moscato di Canelli, e con qualche orgoglio. Ne propone una deliziosa versione passita. Poi fa un monumentale Barbera da vigne vecchie. E un metodo classico. Insomma, quasi tutto quel che vorremmo.

Castel Boglione (AT)sito
Gianluca Morino ha talento e spirito per fare i grandi vini della zona. A partire dal Morinaccio, Barbera rifermentata in bottiglia che ci piace da matti, passando per le impeccabili interpretazioni del Nizza.

San Marzano Oliveto (AT) – sito
A San Marzano oliveto la (o il?) Barbera trova il terreno adatto, e questa cantina, nata nel 1997, ha dimostrato di saper interpretare bene questo vitigno, come di esser bravi con le etichette (Canto di luna ne è un esempio). Non perdetevi il Moscato, un vino che fa subito festa. E che festa.

Revello (CN) – sito
Provate a staccarvi dalla Langa. Melognis parla direttamente con i dirimpettai francesi in un’area che comprende la Valle Bronda e la dorsale collinare da Saluzzo fino a Busca. Con il Monviso che redarguisce dall’alto. Tanto vicini alla Francia che Michele ha impiantato, come se niente fosse, pure del Pinot Nero.

Costa Vescovato (AL) – sito
Uno dei più riconosciuti e più puri interpreti di quel grande autoctono tortonese rilanciato solo 30 anni fa, il Timorasso, di cui fornisce vini al tempo stesso potenti e profondissimi, con potenziale d’invecchiamento impressionante.

Farigliano (CN) – sito
Claudia Revelli produce Dogliani longevi e profondi, tra frutto e tannini, e a noi piace anche il loro inedito Langhe Rosso che è Barbera più… un po’ di Dolcetto. Classici di Langa.

Montegrosso d’Asti (AT) – sito
Dicono che i cani finiscono per assomigliare ai propri padroni, o viceversa. Alla Barbera di Franco Roero succede la stessa cosa. Franco è un vignaiolo schietto e diretto. Svettante, piemontese nei modi. Un autentico barberista, e il suo vino è come lui.

Tarantasca (CN) – sito
Fratelli Rosso è un’azienda giovane, nata a fine 2020, che ha ripreso un discorso interrotto: i fratelli Rosso originali erano i nonni, che acquistavano uve e le vinificavano, e la cui attività ha chiuso nel 2006. I nipoti hanno ricominciato dalla gestione diretta delle vigne poste sulle Colline Saluzzesi, a Busca e a Costigliole Saluzzo dove coltivano perlopiù Barbera, Neretta cuneese, Quagliano, Liseiret, Slarina e Chatus.

Monforte d’Alba (CN) – sito
La famiglia di Francesco Principiano è dedicata da generazioni al nebbiolo che in quell’angolo di Langa diventa formidabile Barolo (occhio al cru Boscareto). Barbera e Dolcetto seguono a ruota, e il distacco è incredibilmente breve.

Priocca (CN) – sito
Il Roero è subito altro Piemonte. La scelta della biodinamica, non così scontata. Anzi “Bioergodinamico”, ovvero quello che Michele Pasquero e Annette Hilberg, i titolari,  sintetizzano nella simbiosi e l’empatia con la natura. Ecco dunque vini a base nebbiolo e  barbera che meritano di essere ascoltati.

Rocca Grimalda (AL) – sito
Rocca Grimalda è un’enclave del Dolcetto di Ovada (oggi Ovada Docg). Questa cantina da tre generazioni ne propone versioni sincere, a fianco degli altri vini simbolo dell’Alto Monferrato.

Tortona (AL) – sito
Timorasso, poi Barbera, Croatina, ma anche Freisa, Cortese e Moscato. Le varietà piemontesi tipiche del tortonese coltivate in meno di 30 ettari da un artigiano che ha saputo esprimere, negli anni, livelli altissimi. Poi lui è un tipo, ma davvero. Come i suoi vini. Il carattere che passa dal vigneron al bicchiere.

Carpeneto (AL) – sito
I ragazzi della famiglia Paschetta hanno le vigne a un’ora di auto da Genova. Quel Dolcetto di Ovada (ma anche Barbera, Albarossa) sono quasi vini nostri. Azienda giovane, promettente, teneteli d’occhio.

Barbaresco (CN) – sito
L’azienda che più di tutte ci stupisce per la capacità di mettere assieme volumi da cantina sociale e livelli pazzeschi sul vino. In fondo che ci vuole? Basta un controllo maniacale della materia prima (Nebbiolo! Barbaresco!) e uno stile esecutivo perfetto. Pare facile, eh? (Spoiler: no).

Carrù (CN) – sito
Tra Dennis Hopper anni ’70 e Johnny Depp in “Paura e delirio a Las Vegas”, Fausto produce “È Rosso”, con la didascalia “Vino naturale del popolo”. Più che un vino, un manifesto. Barbera da litro con tappo a corona. Succosissimo, gustoso, scorrevole come l’Extreme River.

Barolo (CN) – sito
Il Barolo del Comune di Barolo è Barolo al quadrato? Certamente è fine, elegante, ha una classe nobilissima. Scarzello lo fa proprio così: i suoi Barolo sono classici, flemmatici, tra i più rappresentativi della denominazione.

PUGLIA

Orta Nova (FG) – sito
Il Tavoliere è fondale marino emerso: questo speciale sostrato geologico, assieme al sole della Puglia, è solo un elemento che compone il complesso mosaico per ritrarre Domus Hortae (nome latino di Orta Nova). Qui il Primitivo, il Nero di Troia, il Minutolo, restituiscono vini ricchi, pieni di luce e sostanza, appassionanti.

Sardegna

Sennori (SS) – sito
“Siamo piccoli artigiani del Vino e della Terra. Scusate, ma non seguiamo il mercato, produciamo vini che piacciono a noi, vini della nostra cultura. Sono ciò che sono e non ciò che vuoi che siano”. C’è scritto sulle etichette dei vini di Dettori. A noi è sembrato abbastanza, per raccontarlo.

TOSCANA

Poggibonsi (SI) – sito
Il Chianti Classico, con tutti gli attributi. Un podere che si perde nella notte dei tempi. Un paesaggio pettinato come solo da queste parti. Ed espressioni di sangiovese tutte da scoprire. In rosso, rosato, e addirittura in bianco.

Carmignano (PO) – sito
A pochi chilometri da Carmignano, sulle colline toscane del Montalbano,  questa Fattoria che ha origini nel XV secolo con la famiglia de’ Medici. Ma la proprietà della famiglia Bencini Tesi è alla soglia dei 100 anni (nel 2025), con vini che dal 2002 hanno abbracciato la  biodinamica. La colonna portante della tenuta è il Carmignano, di grande personalità.

Montalcino (SI) – sito
Ezio Tiezzi è testimone e interprete rilevante della storia del Brunello: inizia da giovane come enologo di aziende prestigiose, e quando si mette in proprio fonda una cantina che è un punto di riferimento, una stella polare per chiunque si avvicini a Montalcino. Oggi Ezio assiste Monica, le generazioni si alternano, il prestigio cresce.

Trentino

San Michele all’Adige (TN) – sito
Marione Pojer è il frontman di questa azienda trentina che riesce nel nobile intento di fare molte cose, tutte molto bene. E’ una specie di vulcano, una ne fa e cento ne pensa. Dai bianchi fini e profumati ai rossi flessuosi, alle bollicine e via fino ai vini da dessert. Per non dire dei distillati – e siamo stati telegrafici. Da provare, tutto quanto.

Veneto

Caerano San Marco (TV) – sito
Se Prosecco Col Fondo (anzi “ColFòndo”) vi dice qualcosa, ecco, questo è l’autore. La sua bollicina del territorio di Asolo si chiama così perché… ha il fondo. Eh sì, dovete proprio scoprirlo. O ri-scoprilo. Assieme agli altri Prosecco.

San Vito di Negrar (VR) – sito
Un’interpretazione encomiabile dei vini della Valpolicella, in controtendenza alle grandi estrazioni, dolcezze e muscolarità che a volte li affliggono. Vini slanciati ed eleganti con una entusiasmante lettura del territorio.

Colbertaldo di Vidor (TV) – sito
Altro interprete del cuore dei Prosecco non filtrati, ancora col suo fondo (e infatti si chiama “Profondo”), Andrea Miotto a Valdobbiadene ci fa sognare. Perché sì, il Prosecco ci piace, in tutte le varianti.

Toara di Villaga (VI) – sito
Toara, il paese sede dell’azienda, significa “terra buona”. Questa terra buona, nei Colli Berici, consente a Piovene Porto Godi di creare vini esaltanti quanto a lignaggio, longevità, in una parola unicità. Produttore che può far risalire le sue origini alla fine del 1500, oggi Piovene significa, tra l’altro, Tai Rosso, da uva autoctona. Merlot e Pinot bianco completano la gamma.